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Giardini Margherita

Giardini Margherita

Viale Massimo Meliconi, 1 Bologna (Bologna)

I Giardini Margherita è il più conosciuto e frequentato dei parchi pubblici bolognesi, a pochi passi dal centro storico, fra le Vie Murri e Castiglione. Realizzato su progetto del piemontese Sambuy e aperto al pubblico nel 1879. Il nome ufficiale dei Giardini era allora "Passeggio Regina Margherita" ha ospitato in passato importanti manifestazioni cittadine, come l'Esposizione Emiliana del 1888, ed è davvero, da più di un secolo, il tradizionale passeggio dei bolognesi. 

L'estensione attuale è di 26 ha circa. L'attuale aspetto del parco è ancora molto simile al disegno originario. C'era il laghetto artificiale con le sue sponde rocciose di selenite (il gesso proveniente dalla vena collinare). C'era uno chalet in legno adibito a punto di ristoro per il pubblico, collocato sul piazzale vicino. C'erano strade ghiaiate, attorcigliate attorno al laghetto e numerosi sentieri laterali. Era anche possibile andare in barca sull'acqua, e anzi ancora si vedono le scalinate che dal ponticello scendevano alle imbarcazioni. Il vecchio chalet è andato perduto, e quello di oggi sorge proprio sull'acqua. Punto di sosta per i visitatori, romantica vista sul lago, discoteca estiva: è certamente ancora questo il cuore del parco.

Nel 1868, il Comune di Bologna approva l'acquisto di un terreno, per la somma di circa 150.000 lire, dal conte Angelo Tattini, esponente di una delle maggiori famiglie della città e genero di una figlia di Gioacchino Murat, posto lungo le ultime vestigia di mura, fra Porta Castiglione e Porta Santo Stefano, luogo dove esisteva, fin dal Trecento, uno dei primi conventi di clarisse della città, una piccola chiesa dedicata a Santa Chiara, distrutta sul finire dell'Ottocento. 

Nel 1874, si dà il via all'acquisto, decidendo di affidare il progetto al Conte Ernesto Balbo Bertone di Sambuy, che aveva già operato anche al parco del Valentino a Torino. Questi oltre a presentare un proprio progetto, si candidò anche alla sovrintendenza ai lavori, ma volle fosse presentato, unitamente al suo, un altro progetto in modo che si avessero possibilità di scelta e quindi si operò al fine contenere le spese, preventivate intorno alle 163.000 lire. Ricevuto l'incarico Sambuy, a cui venne in seguito concessa la cittadinanza onoraria della città, iniziò i lavori e seguì personalmente l'esecuzione del suo progetto, messo in opera dall'ingegner Tubertini. Con una delibera del 1879, si decise di intitolare il parco "al nome di Sua maestà la Regina Margherita", in visita alla città l'anno precedente, divenendo nell'uso corrente per i bolognesi "Giardini Margherita". 

L'apertura ufficiale venne celebrata con una fastosa cerimonia il 6 luglio 1879, a cinque anni dall'inizio dei lavori. A partire da questa data i Giardini sono stati teatro di numerosissimi eventi e manifestazioni che hanno scandito la vita di Bologna. Durante i lavori di costruzione venne alla luce una vastissima necropoli etrusca, ricchissima di reperti, oggi conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna. Due delle tombe rinvenute furono poi ricostruite all'interno del parco. 

Nel 1888 vi ebbe luogo l'Esposizione Emiliana d'Agricoltura e d'Industria, manifestazione concomitante alle celebrazioni per l'ottavo centenario dell'Università di Bologna. Accanto agli stand dell'industria, dell'agricoltura e della musica, collocati nell'area centrale, sorsero ristoranti con spettacoli per tutti i gusti ed un tram a vapore collegato alla vicina collina di S. Michele in Bosco dove si stava svolgendo l'Esposizione Universale di Belle Arti. Nel corso del tempo vi si tennero poi concorsi ippici, concerti e corse automobilistiche; nel 1988 è servito da area di atterraggio, in occasione della visita all'Università di Bologna del Pontefice Giovanni Paolo II, in occasione del nono centenario dell'Università. 

Fin dal 1944, ad uno degli ingressi principali, oltre una delle cancellate che un tempo chiudevano le porte della città si trova il monumento equestre a Vittorio Emanuele II qui trasportato dalla piazza Maggiore e divenuto ormai un punto di riferimento nel panorama dei Giardini. 

Sono evidenti i legami con il giardino all'inglese o romantico di cui il progetto Sambuy costituisce un tardo esempio. Il progettista decise di dare un forte impatto visivo, molto suggestivo, ancora oggi praticamente inalterato nelle sue linee essenziali; ottenuto attraverso armonie o contrasti del fogliame e delle piante in cui predominano le specie caducifoglie e autoctone. Vi si riconoscono tigli, querce, tassi, cedri, importanti esemplari di platani, pini, ippocastani, magnolie disposti in gruppi che si aprono su ampi spazi all'interno di un tracciato costituito da viali principali e secondari di notevole suggestione. I percorsi, tra cui spicca quello del laghetto, creato, con le acque del Savena e corredato di chalet, ponticello, isola artificiale, flora e fauna acquatiche sono di particolare effetto. 

Nel primo decennio del Novecento, vennero costruite una scuola all'aperto, ancora presente, ed una latteria, corredata da una piccola stalla. 

Fino ai primi anni ottanta vi era anche un piccolo zoo, una gabbia con due leoni e un grande recinto con cerbiatti e caprette, al posto dei quali è stata effettuata la ricostruzione di una capanna villanoviana utilizzata a scopo didattico nelle gite scolastiche. 

Nella piazzetta principale del parco, per molti anni punto d'arrivo del Giro dell'Emilia, vi è una palazzina utilizzata per parecchi anni dal Comune come Biblioteca dei Ragazzi. Negli anni '60 un gruppo di astrofili, autorizzati dal Comune, costruì sul terrazzo un piccolo osservatorio astronomico, tuttora efficiente. All'interno dei giardini è stato, inoltre, creato dal WWF uno stagno didattico per i bambini delle scuole elementari, che ricostruisce la flora e la fauna tipiche di un acquitrino.

Ingresso

Gratuito


Apertura

Il parco è aperto al pubblico dall'inizio di aprile fino a settembre dalle ore 6 alle 24, e da ottobre a marzo dalle 7 alle 18.


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