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Ca' Dolfin

Ca' Dolfin

Via Garibaldi, 24 Lendinara (Rovigo)

L'architettura della dimora cinquecentesca dei Dolfin a Lendinara presenta un marcato carattere veneziano, mostrandosi come un palazzo cittadino verso la strada e come una villa suburbana sul lato posteriore. Qui si sviluppa il grande parco romantico ideato nell'Ottocento da Giuseppe Jappelli. 

Fra il Trecento e il Quattrocento, il Polesine subì alternativamente il controllo degli Estensi e della Repubblica di Venezia, che ne ottenne il dominio definitivo nel 1482; il secolo successivo vide l'insediamento di numerose famiglie veneziane, che fecero costruire case signorili e oratori nei principali centri abitati. 

La presenza dei Dolfin a Lendinara risale agli anni dopo il 1473, quando la nobile dinastia acquistò l'abitazione del conte veronese Bernardo Sambonifacio, descritta dal diarista Marin Sanudo, che vi soggiornò, come la più bella casa di Lendinara. La struttura esistente venne modificata alla fine del XVI sec. per volere di Almorò Dolfin, che forse affidò l'incarico a Vincenzo Scamozzi. 

Nonostante i pareri discordanti sulla reale paternità del progetto, i caratteri dell'edificio mostrano un palese legame con l'architettura dei tradizionali palazzi veneziani. L'organizzazione dello spazio interno, articolato su due piani, è scandita da un lungo salone passante con soffitto ligneo, che attraversa trasversalmente il corpo edilizio, affacciandosi su entrambi i prospetti, in corrispondenza del piano nobile, con una triplice apertura ad arco balconata. 

Tuttavia, se la facciata verso il centro abitato sembra denunciare la presenza di un vero e proprio palazzo cittadino, sul lato posteriore, verso il cortile, la fabbrica appare come una villa, dotata di un cortile e di vasti terreni circostanti. Nella seconda metà dell'Ottocento, i Marchiori avviarono importanti lavori che coinvolsero gli ambienti interni e lo spazio aperto intorno alla residenza. Il pittore padovano Vincenzo Gazzotto affrescò il salone del piano nobile con episodi tratti dalla Commedia dantesca. 

La concezione del magnifico parco ottocentesco si deve invece a Giuseppe Jappelli, che ideò percorsi di gusto romantico, definiti non solo per mezzo di una rigogliosa e varia vegetazione, ma anche attraverso un susseguirsi di sentieri, grotte, cunicoli e momenti di sosta, come quello del laghetto con l'isola della poesia. 

La bellezza del nuovo giardino di Ca' Dolfin, che comprendeva anche un casino di caccia e una torre in forme neogotiche, è ancora oggi quasi intatta.

Ingresso

Ingresso Euro 3,50


Apertura

Aperto tutto l'anno


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