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Giardino della Fondazione Querini Stampalia

Giardino della Fondazione Querini Stampalia

Sestiere Castello, 5252 Venezia (Venezia)

http://www.querinistampalia.it

Creato e progettato dall’architetto Carlo Scarpa, questo straordinario giardino “Japan Style” è l’affaccio incantevole del Florian Art Caffé, nato all’interno della Fondazione Querini Stampalia e grazie alla collaborazione tra il Caffè Florian e la Fondazione. 

Scarpa ha saputo sfruttare al massimo le potenzialità del piccolo spazio, creando un giardino di estrema raffinatezza.Ciò che appare una ostacolo diviene invece una immensa risorsa, uno spunto per la progettazione: per Scarpa ciascun vincolo diventa motivo di riflessione sulle scelte progettuali. 

La pavimentazione dell’esterno prosegue quella della sala, mentre il tappeto erboso è sopraelevato divenendo una forte presenza visiva anche all’interno della sala. Il prato è contenuto da un muretto in calcestruzzo al cui interno è scavato un canale d’acqua, che ha origine da una scultura in alabastro dalla forma labirintica. 

All’altra estremità di questo canale l’acqua oltrepassa un leoncino di pietra, imbocca uno scivolo di bronzo, scende in un gocciolatoio di pietra d’istria per poi scomparire sotto una vera da pozzo posta all’asciutto, che originariamente si trovava sull’altro lato del giardino. 

Sulla sinistra un muro in calcestruzzo separa il giardino dalla corte e dalla casa del custode. Sul muro è incastonato un mosaico disegnato da Mario De Luigi, costituito da tessere di vetro di Murano d’oro, nere e d’argento con un forte effetto di contrapposizione tra la matericità del calcestruzzo e la lucente e fragile consistenza del vetro. 

Alla base del muro, sul prato, Scarpa ha posto una vasca d’acqua e ne ha rivestito il fondo con tessere di vetro incastonate nel cemento a vista.Un’ipotesi progettuale, non realizzata, prevedeva di costruire una foresteria al di là del muro perimetrale del giardino, forandolo con affacci e brecce inaspettate. 

Le specie botaniche - come il papiro a rievocare il luogo della biblioteca - sono state scelte da Scarpa (e negli anni ripristinate) e associate ad altri elementi naturali, l’acqua, il rumore che fa gocciolando lungo il suo percorso, la luce e le sue vibrazioni, come materiali costruttivi del progetto. 

Questa parte dell’opera costituisce il suo aspetto mutevole, porta il tempo, le stagioni, ad operare modificando l’opera, dando luogo ad una situazione in continuo divenire.

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